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mercoledì 10 agosto 2011

Templari oggi.

Da più parti ci è giunta la richiesta di chiarire la situazione dei templari ai nostri giorni, per far questo è utile una premessa.

La memoria dell’ordine religioso più controverso della storia della Cristianità sta vivendo negli ultimi decenni un periodo di stupefacente vitalità e di rinnovato interesse. Vittima della persecuzione accanita della storiografia illuministica, quella stessa che etichettava senza mezzi termini mille anni di storia medievale come “evo oscuro”, la storia del Tempio si era presto trasformata in “leggenda nera”, per nulla dissimile da quella altrettanto falsata dell’Inquisizione.

L’auspicato procedimento di revisione è giunto a fine ottocento, grazie a storici di altissimo livello i cui sforzi, questi davvero illuminati e volti allo studio esclusivo delle fonti, hanno riportato alla luce la verità sul celebre ordine militare e sulle vicende processuali che ne decretarono la soppressione.

Il processo all’Ordine dei cavalieri Templari, è ormai assodato, fu istruito per volontà della corona francese che agiva per scopi puramente politici e senza il minimo fondamento probatorio. Filippo il Bello, sovrano capetingio che portava sulle spalle l’eredità teocratica del nonno Luigi il Santo, era riuscito nell’intento di mobilitare l’opinione pubblica contro il potente ordine, facendo uso di un’efficientissima propaganda antitemplare e mettendo il papa stesso in minoranza grazie a un sottile e tagliente gioco politico. La giurisdizione pontificia fu agilmente scavalcata dagli agenti del governo, mentre si mobilitava un organismo giudicante assolutamente non convenzionale: l’Inquisizione regia.

Certamente la dimostrazione dell’estraneità dell’Ordine alle accuse che ad esso furono mosse non può essere trattata in un breve intervento; ma propendiamo, concordando con la maggioranza degli studiosi moderni, per la tesi innocentista come traspare chiaramente dalle trattazioni scientifiche. Di grande interesse sarebbe una ricerca che trattasse la composizione di una cronaca il più possibile dettagliata e imparziale delle vicende che videro l’Ordine dei Templari imputato in un processo per eresia.

La drammatica storia del processo al più nobile degli ordini religiosi, l’Ordine dei cavalieri Templari, inizia nel 1307, ma è alla data della fondazione che dobbiamo risalire per conoscere appieno questa straordinaria istituzione: vent’anni dopo la presa di Gerusalemme, corre l’anno 1119 a partire da questa data per trecento anni l’Ordine del Tempio fu l’emblema dell’Ortodossia.

Appena un anno dopo l’inizio del processo “laico” dell’ordine che culminerà con la messa a rogo del Maestro del Tempio, de’Molay, e di altri dignitari vi è la redazione della PERGAMENA DI CHINON ovvero l’ASSOLUZIONE DI PAPA CLEMENTE V AI CAPI DELL’ORDINE TEMPLARE.

La pergamena redatta appunto a Chinon, diocesi di Tours, nel 1308 tra il 17 e il 20 di agosto contiene l’assoluzione impartita da Clemente V all’ultimo Maestro del Tempio, frate Jacques de Molay, e agli altri capi dell’Ordine dopo che questi ultimi hanno fatto atto di pentimento e richiesto il perdono della Chiesa; dopo l’abiura formale, obbligatoria per tutti coloro che erano anche solo sospettati di reati ereticali, i membri dello Stato Maggiore templare sono reintegrati nella comunione cattolica e riammessi a ricevere i sacramenti.

Appartenente alla prima fase del processo contro i Templari, quando Clemente V era ancora convinto di poter garantire la sopravvivenza dell’ordine religioso-militare, il documento risponde alla necessità apostolica di rimuovere dai frati-guerrieri l’infamia della scomunica nella quale si erano precedentemente invischiati da soli ammettendo di aver rinnegato Gesù Cristo sotto le torture dell’Inquisitore francese. Come confermano diverse fonti coeve, il papa appurò che fra i Templari si erano effettivamente insinuate gravi forme di malcostume e pianificò una radicale riforma dell’ordine per poi fonderlo in un istituto unico con l’altro grande ordine religioso-militare degli Ospitalieri.

L’atto di Chinon, che dichiara i Templari non prosciolti bensì assolti, era presupposto necessario alla riforma ma rimase lettera morta. La monarchia francese reagì innescando un vero meccanismo di ricatto che costringerà in seguito Clemente V all’ambiguo compromesso sancito nel 1312 durante il Concilio di Vienne: non potendo opporsi alla volontà del re di Francia Filippo il Bello che imponeva l’eliminazione dei Templari, il papa rimosse l’ordine dalla realtà del tempo senza condannarlo né abolirlo, ma piuttosto isolandolo in una specie di “ibernazione” grazie ad un abile artificio del diritto canonico. Dopo aver dichiarato espressamente che il processo non aveva provato l’accusa di eresia, Clemente V sospenderà l’ordine dei Templari in via di una sentenza non definitiva dettata dalla superiore necessità di evitare un grave pericolo alla Chiesa, con divieto sotto pena di scomunica di continuare ad usarne il nome ed i segni distintivi.

Senza entrare nel merito della sentenza di sospensione e delle numerose leggende, spesso costruite ad arte da gruppi di “neo templari” c’è da dire che solo in Francia ed in alcune limitate regioni Europa l’Ordine fu perseguito realmente. Nella realtà molti dei cavalieri confluirono nell’Ordine dei Cavalieri di Rodi o assunsero varie denominazioni a secondo della tradizione nazionale. Che esista una tradizione Templare ininterrotta dall’ultimo Maestro ad oggi è pura fantasia, altra cosa è il rinascere di un sincero Spirito Templare che rifiorisce in ambiente Cattolico. I principi che furono scritti nella regola di Bernardo da Chiaravalle, che sino a ieri sembravano sopiti sono più che mai attuali.

Oggi un riconoscimento da parte della Chiesa di Roma sarebbe impensabile, troppi sono i “templari”! Troppe le anime, troppe le finalità, sarebbe opportuna una cernita delle varie aggregazioni al fine di riunire ciò che vi è di buono e di sano in queste realtà, solo in Italia si contano oltre una quindicina di organizzazioni e solo un paio di queste rivivono lo spirito dei primi nove cavalieri del Tempio, di queste almeno una a Napoli e più in generale nel sud d’Italia, non nella Chiesa ma con la Chiesa, sta riscuotendo attenzione dalla società civile, politica e religiosa.

Dal punto di vista del Diritto Canonico c’è da osservare come la bolla Vox in excelso di Clemente V, data “non con sentenza definitiva, ma con provvedimento apostolico”, è chiara sul punto: l’Ordine del Tempio è sospeso, con la sua Regola, il suo nome, e la proibizione che qualcuno ne assuma l’abito. E a suggello prevede la scomunica (canone 1331 del Codice di diritto canonico in vigore) ipso facto, latae sententiae, senza cioè la necessità che la stessa venga dichiarata dall’autorità ecclesiastica, ma agente ipso jure.

Ricordiamo che la pena canonica medicinale della scomunica comporta il divieto di partecipare alla celebrazione eucaristica, di celebrare o ricevere i sacramenti, di esercitare funzioni, uffici o ministeri ecclesiastici o di porre in essere atti di governo (can. 1331, para. 1, numeri 1,2 e 3, CIC 1983)57.

C’è da osservare, però, che a fronte delle “sentenze storiche” il canone 6 del CIC 1983 abroga, al numero 3, “qualsiasi legge penale, sia universale sia particolare emanata dalla Sede Apostolica, a meno che non sia ripresa in questo stesso Codice”, quindi anche il provvedimento apostolico di Clemente V, caratterizzato quale disposizione penale, legata ad un preciso conteso sociale e politico, e che oggi risulterebbe anacronistica, anche alla luce del ritrovamento e pubblicazione della pergamena di Chinon.

Resta da chiarire chi siano i templari oggi, e a quali sedicenti ordini fa riferimento il Vicariato di Roma che, in data 6 giugno 2005, per ordine del Cardinale Vicario Ruini, dopo le numerose notizie giornalistiche di “investiture cavalleresche” di “templari” tenute in chiese cattoliche della capitale, ha ribadito a tutti i parroci e rettori di chiese e cappelle che la Santa Sede riconosce e tutela solo l’Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Certamente il Magistero e la Pastorale dei Vescovi, nella loro sensibilità spirituale, saranno di vigile discernimento tra “Cavalieri Templari” appartenenti ed associazioni laiche di ispirazione Cristiana e Cattolica e i sedicenti templari appartenenti al fenomeno del Neoteplarismo di bassa lega. In definitiva, la situazione sotto il punto di vista del diritto canonico è chiara sia per i Cavalieri Templari del 1300 sia per quelli di oggi.

E’ su queste premesse che da oltre cinque anni il lavoro di molti ordini templari provenienti da diversa tradizione ha dato vita all’UNITAU (L’ UNITAU (Unione Nazionale Inter-forze/nazionale Templari Attività Umanitarie) che nasce dall’esigenza di creare un corpo nazionale ed internazionale capace di riunire sotto un'unica matrice gruppi templari sparpagliati per il mondo che intendano, con la Chiesa di Roma ma non nella Chiesa.

Come Cancelliere Internazionale dell’UNITAU tengo a precisare come gli Ordini aderenti all’UNITAU trai quali l’OSMTJ-OSMTHU e lo SCMOTH OSMTJ 1804, prevedono un periodo di postulandato che va dai sei mesi ai due anni, durante i quali il candidato dovrà seguire un corso di formazione storico, filosofico e religioso. In tale periodo, il neofita, sarà affidato ad un cavaliere anziano che ne curerà la formazione e risponderà ai suoi dubbi. Dopo tale lasso di tempo la candidatura sarà sottoposta al capitolo del Priorato Generale d'Italia e, solo dopo la risposta positiva, si procederà con l'ordinazione cavalleresca. In Italia si tengono in genere due Capitoli di Investitura uno in primavera ed uno in autunno.

L'impegno di tempo è individuale per ogni cavaliere e impegna moralmente a sovvenire alle necessità dell'ordine e alla diffusione dei valori sopiti che ci contraddistinguono. L'impegno economico è legato alla cauzione per la dote del cavaliere e sarà comunicata per iscritto con l'accettazione da parte del Capitolo dell'Ordine. Con serenità si riferisca che la cifra è molto contenuta poiché, avendo fatto l'ordine la scelta di povertà, i cavalieri sono invitati a provvedere in prima persona ad azioni di carità e al sostentamento dell'ordine secondo le proprie possibilità con un soglia minima davvero modesta.

Nel periodo di attesa e formazione il postulante è invitato a mettere da parte la sua dote cavalleresca, secondo la tradizione storica, tutti devono podere accedere alla dignità cavalleresca senza grave sofferenze ma con un impegno costante. Il mettere insieme una piccola dote serve a fornire il cavaliere delle sue dotazioni, quasi nulla va all'ordine

Nella vita privata, ciascuno fa le proprie scelte che vengono rispettate dall’Ordine, queste non vanno confuse, però, con le attività dell'Ordine che pur essendo laico è di ispirazione Cristiana e raccoglie al suo interno, secondo lo spirito Ecumenico del Concilio Vaticano II, priorati e commende di tutte le tradizioni: Cattolica, Evangelica, Protestante, Anglicana, Ortodossa ….

Siamo a conoscenza di come diversi cavalieri hanno o hanno avuto una esperienza nella massoneria, questa non va confusa, però, con l'Ordine che con le organizzazioni massoniche non ha alcun diretto contatto ne organizza attività similari o comuni, partecipa invece attivamente a tutte le attività delle Chiese e comunità religiose che ospitano le sedi degli Ordini secondo la precipua tradizione.

Per i cattolici esiste una incompatibilità, più volte espressa della Chiesa Cattolica di Roma, tra l’essere Cattolico ed aderire alla massoneria, ciò non avviene per i cristiani appartenenti altre tradizioni, ecco il perché della presenza di alcuni cavalieri che hanno una partecipazione alle attività massoniche.

Chancellery Unitau