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lunedì 23 giugno 2025

Breve Saggio sulle Identità Universali dei Templari di Roberto Amato Johannes

Breve Saggio sulle Identità Universali dei Templari di Roberto Amato Johannes


1. Non nobis, Domine, non nobis…

Io, Roberto Amato Johannes, mi presento innanzitutto con il grido antico che accompagna ogni Cavaliere del Tempio: NnDnn – Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam. Questo motto ricorda a me e ai miei Fratelli che ciò che facciamo non è per vanagloria personale, ma per restituire onore al Creatore. In questa luce dichiaro: «Ogni Templare è un ricercatore di tutte le scienze e, quando gli si chiede la nazionalità, risponde di essere l’unico figlio del Pianeta Terra; poiché non riconosce distinzione di razza, credo politico o religione: siamo tutti figli di Dio.»

2. Richiamo ai Testi Sacri

La mia convinzione si radica nelle Scritture. Risuonano in me le parole di Cristo: «Perché tutti siano uno» (Gv 17,21). Anche san Paolo ci ammonisce: «Non c’è più Giudeo né Greco… perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28). Questi richiami mi insegnano che l’unità non è utopia, ma vocazione concreta: dissolvere i confini che dividono e custodire la verità che unisce.

3. Nei Tempi di Guerra Attuale

Oggi la nostra umanità sanguina in numerosi fronti di conflitto: guerre aperte, terrorismo, violenze ideologiche e digitali. Come Templare del XXI secolo, non posso restare spettatore. Combattere, per me, significa far emergere la scienza della pace, la diplomazia del cuore, la solidarietà operosa. Ogni gesto di riconciliazione diventa scudo; ogni parola di verità, spada che separa la menzogna dalla giustizia.

4. Valori Fuori del Tempo e Sempre Attuali

La Cavalleria del Tempio non è un relitto medievale, bensì una via senza tempo. Disciplina, umiltà, ricerca della sapienza, difesa dei deboli, equilibrio tra maschile e femminile, custodia del creato: sono valori eterni che attraversano le epoche intatti, come il fuoco che arde senza consumarsi. Essi mi chiedono di integrare scienza e fede, ragione e contemplazione, per testimoniare un’etica universale accessibile a ogni cultura.

5. Conclusione ed Elaborazione Finale

Così, mentre percorro le strade del mondo, mi sento ponte vivente tra oriente e occidente, tra passato e futuro, fra materie accademiche e mistero divino. La mia identità, figlia della Terra e del Cielo, mi induce a riconoscere nell’altro un fratello di sangue e di spirito. Se un giorno vi chiederanno chi sono, risponderò: «Sono Roberto Amato Johannes, Cavaliere del Tempio; figlio del medesimo Dio che dà respiro a ogni uomo, custode di una verità che la scienza indaga e la fede illumina. E non avrò pace finché anche l’ultimo dei miei fratelli non riconoscerà la sua dignità divina.»


martedì 17 giugno 2025

Ordine di Sion, l’originale.

Breve saggio su l'Ordine di Sion -il vero- a nome di Roberto Amato.

L’Ordine di  Sion, conosciuto anche come Antiquus Ordo Sionis o Antiquus Ordo Prioratus Sionis (A.O.S. o A.O.P.S.), rappresenta un’antica e misteriosa confraternita con radici profonde nella storia della Calabria e oltre. La sua ri-nascita è stata ufficialmente decretata con il provvedimento del Magnus Magister, datato 27 dicembre 2017, che ne ha formalizzato la ri-creazione, ricollegandola alle tradizioni dell’Antico Priorato di Sion.

La storia di questo ordine affonda le sue origini in un contesto storico e spirituale di grande antichità, risalente almeno al XII secolo. Secondo le fonti più attendibili e le tradizioni tramandate, intorno al 1070 un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria, provenienti probabilmente dall’area di San Marco Argentano, Cosenza, avrebbe intrapreso un viaggio verso le terre dell’Europa occidentale. Questi monaci s’inoltrarono nelle foreste delle Ardenne, un luogo remoto e selvaggio, proprietà del nobile Goffredo di Buglione, ove si stabilirono e fondarono un'abbazia che più tardi sarebbe diventata famosa come Orval.

È importante sottolineare che tra questi monaci vi fosse anche Pietro l’Eremita, figura nota nella storia delle Crociate. La presenza di questi monaci calabresi a Orval, si suppone, costituisce un momento importante nel rafforzamento di legami spirituali tra Calabria e le istituzioni religiose di quella regione, dando origine a un legame più profondo e misterioso con la Terra Santa.

Dopo alcuni decenni, questi monaci scomparvero improvvisamente, lasciando un alone di mistero e fascino sulla loro presenza. Tuttavia, si ipotizza che poco tempo dopo furono segnalati a Gerusalemme, presso l’abbazia di Nostra Signora di Sion, dove organizzarono un “consesso segreto” sotto la guida di un “misterioso vescovo” di origine calabrese. Questa comunità avrebbe costituito una sorta di ordine segreto, con compiti e ricerche legate alla protezione di testi, simboli e tradizioni antiche, distinguendosi per il suo rispetto verso il passato e la spiritualità.

Le fonti storiche di queste vicende sono scarse e spesso avvolte nel mistero, alimentando teorie e leggende che collegano l’Ordine del Sion alle molteplici interpretazioni del suo ruolo nel corso dei secoli, specie riguardo alle tradizioni esoteriche e alle presunte relazioni con i Templari e altri ordini segreti.

In conclusione, l’Ordine del Sion rappresenta un ponte tra la Calabria e le radici più profonde di una tradizione secolare, ricollegata alla nascita dell’Antico Priorato e alla protezione di una eredità spirituale di grande valore. La sua storia, ancora tutta da scoprire e verificare, intreccia realtà storiche, leggende e temi di mistero, contribuendo a mantenere viva la memoria di quei monaci calabresi che, partendo dalla propria terra, avrebbero lasciato un’impronta senza tempo nelle vicende della spiritualità e della storia occidentale.

I Frati Neri calabresi, partiti da San Marco Argentano e approdati in Belgio presso Orval, rappresentano un esempio delle peregrinazioni spirituali e culturali di una tradizione che, seppure avvolta nel mistero, continua ad affascinare studiosi e appassionati di storia e mistero.

*Fonte storica pensativa e ricostruzione basata sulle testimonianze e tradizioni tramandate, tuttora oggetto di studio e ricerca.*#+++ RAJ, MMKT #Scmoth 1804 Osmtj


Misticismo Templare.





Misticismo Templare

di Roberto Amato Johannes

Nel silenzio dell’alba, quando il vento accarezza la pietra antica del Tempio interiore, io, Roberto Amato Johannes, medito sul mistero che guida il cammino del Cavaliere. Non sono le glorie del mondo a definirci, ma il fuoco segreto che arde nell’anima, un fuoco custodito nel cuore stesso della Regola — quella stilata a Troyes nel 1129, sotto la guida dell’abate Bernardo di Chiaravalle.

Quella Regola, ispirata alle Sacre Scritture, ci ammonisce sin dal primo capitolo:
“Voi che avete rinunciato alle ricchezze, avete scelto la via del combattimento spirituale, come veri monaci e veri cavalieri”.
In essa trovo non soltanto un codice di disciplina, ma un linguaggio sacro. Ogni norma, ogni precetto, è simbolo di un’ascensione dell’anima. La Regola è una scala spirituale, simile a quella vista da Giacobbe (Genesi 28:12), su cui salgono e scendono gli angeli: è tramite tra cielo e terra.

Il misticismo templare non nasce dal clamore della spada, ma dal silenzio dell’orazione, dal digiuno che purifica, dalla fraternità che plasma l’anima come il fuoco il metallo. È nella lectio divina che il Cavaliere riceve le armi invisibili: lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito (Efesini 6:11–17).

All’origine del nostro Ordine, nel tempo sacro della fondazione, non c’era solo la protezione dei pellegrini. Vi era un’altra missione, non scritta, ma scolpita nel cuore di chi ha occhi per vedere: la custodia del Mistero. Un Mistero incarnato nella figura del Cristo, il Rex Gloriae, ma anche della Sophia — la Sapienza divina che aleggia come colomba sopra le acque dell’inizio (Sapienza 7:25).

Nel segreto delle antiche preghiere templari, si cela il dialogo col Divino. Così prega il Cavaliere prima del combattimento spirituale:

“Signore, Tu che sei la Luce delle luci, guida il mio braccio alla verità, ma prima ancora il mio cuore alla compassione”.

La Croce patente non è solo emblema militare, ma sigillo dell’equilibrio tra forza e misericordia, tra giustizia e amore. In essa si incrociano il maschile e il femminile, il visibile e l’invisibile. È anche per questo che la nostra via è androgina nello spirito, come l’antica Shekinah, presenza divina che un tempo abitava il Tempio di Gerusalemme.

Le “sorores”, figure spesso dimenticate nella storia esterna, ma vive nell’anima dell’Ordine, ci ricordano che senza il principio femminile il Tempio crolla. La Magdalena, la compagna spirituale del Maestro, è per noi esempio di discernimento, di trasmutazione interiore, di luce nascosta nella notte.

Come dice il Vangelo secondo Tommaso (loghion 22):

“Quando farete il due uno… e farete l’uomo con la donna, così che il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina… allora entrerete nel Regno”.

Questo è il cuore del misticismo templare: unificazione degli opposti, elevazione dell’essere, discesa della grazia. Noi non cerchiamo la fine del mondo, ma il suo riscatto, non la distruzione della materia, ma la sua trasfigurazione.

Per questo, nel silenzio del Tempio — che è mente, spirito e corpo — io ascolto, e mi inchino. Non al passato glorioso, ma alla luce eterna che, ieri come oggi, continua a chiamare i veri Figli della Luce.


📜 Fonti integrate:
Statuto di Troyes (1129): specialmente i primi articoli sulla disciplina cavalleresca, l’obbedienza, la preghiera quotidiana e la comunione fraterna.
Bibbia: Genesi 28:12, Efesini 6:11–17, Sapienza 7:25.
Vangeli Apocrifi: Vangelo di Tommaso (loghion 22).
Spiritualità templare moderna: valorizzazione del principio femminile, equilibrio interiore, simbolismo interiore.

giovedì 5 giugno 2025

Il vero Ordine di Sion nasce in Calabria.

Breve saggio su l'Ordine di Sion -il vero- a nome di Roberto Amato.

L’Ordine di  Sion, conosciuto anche come Antiquus Ordo Sionis o Antiquus Ordo Prioratus Sionis (A.O.S. o A.O.P.S.), rappresenta un’antica e misteriosa confraternita con radici profonde nella storia della Calabria e oltre. La sua nascita è stata ufficialmente decretata con il provvedimento del Magnus Magister, datato 27 dicembre 2017, che ne ha formalizzato la ri-creazione, ricollegandola alle tradizioni dell’Antico Priorato di Sion.

La storia di questo ordine affonda le sue origini in un contesto storico e spirituale di grande antichità, risalente almeno al XII secolo. Secondo le fonti più attendibili e le tradizioni tramandate, intorno al 1070 un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria, provenienti probabilmente dall’area di San Marco Argentano, Cosenza, avrebbe intrapreso un viaggio verso le terre dell’Europa occidentale. Questi monaci s’inoltrarono nelle foreste delle Ardenne, un luogo remoto e selvaggio, proprietà del nobile Goffredo di Buglione, ove si stabilirono e fondarono un'abbazia che più tardi sarebbe diventata famosa come Orval.

È importante sottolineare che tra questi monaci vi fosse anche Pietro l’Eremita, figura nota nella storia delle Crociate. La presenza di questi monaci calabresi a Orval, si suppone, costituisce un momento importante nel rafforzamento di legami spirituali tra Calabria e le istituzioni religiose di quella regione, dando origine a un legame più profondo e misterioso con la Terra Santa.

Dopo alcuni decenni, questi monaci scomparvero improvvisamente, lasciando un alone di mistero e fascino sulla loro presenza. Tuttavia, si ipotizza che poco tempo dopo furono segnalati a Gerusalemme, presso l’abbazia di Nostra Signora di Sion, dove organizzarono un “consesso segreto” sotto la guida di un “misterioso vescovo” di origine calabrese. Questa comunità avrebbe costituito una sorta di ordine segreto, con compiti e ricerche legate alla protezione di testi, simboli e tradizioni antiche, distinguendosi per il suo rispetto verso il passato e la spiritualità.

Le fonti storiche di queste vicende sono scarse e spesso avvolte nel mistero, alimentando teorie e leggende che collegano l’Ordine del Sion alle molteplici interpretazioni del suo ruolo nel corso dei secoli, specie riguardo alle tradizioni esoteriche e alle presunte relazioni con i Templari e altri ordini segreti.

In conclusione, l’Ordine del Sion rappresenta un ponte tra la Calabria e le radici più profonde di una tradizione secolare, ricollegata alla nascita dell’Antico Priorato e alla protezione di una eredità spirituale di grande valore. La sua storia, ancora tutta da scoprire e verificare, intreccia realtà storiche, leggende e temi di mistero, contribuendo a mantenere viva la memoria di quei monaci calabresi che, partendo dalla propria terra, avrebbero lasciato un’impronta senza tempo nelle vicende della spiritualità e della storia occidentale.

I Frati Neri calabresi, partiti da San Marco Argentano e approdati in Belgio presso Orval, rappresentano un esempio delle peregrinazioni spirituali e culturali di una tradizione che, seppure avvolta nel mistero, continua ad affascinare studiosi e appassionati di storia e mistero.

*Fonte storica pensativa e ricostruzione basata sulle testimonianze e tradizioni tramandate, tuttora oggetto di studio e ricerca.*#+++ RAJ, MMKT #Scmoth 1804 Osmtj

lunedì 2 giugno 2025

Cava dei Tirreni




Fratelli e Sorelle,

Il 31 maggio us, abbiamo assistito a un evento di immenso significato nel nostro Ordine: la consacrazione a Gran Priore Vicario del Frater Pasquale Falciano, GOKT del Gran Priorato Magistrale d’Italia. Dopo più di venticinque anni dall’ultima celebrazione di questa sacra investitura, questa cerimonia si configura come un ritorno solenne e doveroso ai valori fondanti della tradizione templare, riaffermando il ruolo di guida e testimonianza spirituale del nostro Gran Priorato.

Questa consacrazione, eseguita con ritmi e riti rimasti fedele alle antiche tradizioni e arricchita dalla sapienza moderna, rappresenta un momento di rinnovato impegno e di rinascita per l’intera confraternita. Essa incarna il principio templare di fedeltà eterna agli ideali di fede, coraggio e servizio, valori che devono continuare a illuminare il cammino dei nostri Cavalieri, delle Dame e degli Scudieri.

Il Frater Pasquale Falciano, con la sua esperienza e il suo spirito di dedizione, si trova ora chiamato a esercitare il ruolo di guida, assumendo la responsabilità di tutelare e rafforzare la nostra tradizione millenaria. La sua funzione, delineata dagli statuti templari antichi e interpretata in una chiave moderna, è quella di essere un custode dei valori templari, un esempio di virtù e di integrità morale, affinché l’Ordine possa continuare a incarnare il vero spirito cavalleresco.

Ricordiamo che questa consacrazione si inserisce in un contesto di rinnovamento, di riappropriazione dei valori universali su cui si fonda la nostra fratellanza. Essa richiama il dovere di ogni Cavaliere di vivere con onore, di combattere le ingiustizie e di esercitare il servizio disinteressato, elementi essenziali per preservare l’eredità dei templari e la loro missione di luce nel mondo.

Come attestano le fonti antiche e le moderne interpretazioni degli statuti templari, il Gran Priore Vicario ha il compito di essere il più autorevole interprete dei principi tradizionali, portando avanti il messaggio di speranza e di verità. La sua consacrazione rappresenta non solo un riconoscimento della sua virtù, ma anche il simbolo della continuità della nostra storia, della nostra identità e della forza dei valori che ci uniscono.

In questa circostanza, desideriamo rivolgere un pensiero di gratitudine e di speranza: che il Frater Pasquale Falciano possa esercitare con sapienza e umiltà il suo ruolo, illuminato dalla luce divina, come ci insegna la nostra tradizione e come ci invita la nostra spiritualità templare.

Dunque, con questa consacrazione, rinnoviamo il nostro impegno a vivere secondo gli ideali templari di fede, coraggio e servizio, affinché la nostra missione possa continuare a brillare come un faro di verità e giustizia nel mondo contemporaneo.

Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam.

Fratello +++ RAJ, MMKT

lunedì 12 maggio 2025

Matera.Scorta d’onore alla ‘Maria SS. Annunziata’.

Il Gran Balivo delle Terre della Lucania Fr. Domenico Apriello, e l’ex Balivo Fr. Michele Castelluccio ed i Fratelli e le Sorelle tutte del “Supremus Civilis Et Militaris Ordo Templi Hierosolymitani - Scmoth 1804 Osmtj”, desiderano esprimere la propria profonda gratitudine al Rev.mo Padre Don Giuseppe TARASCO per aver consentito loro il privilegio di effettuare la Scorta d’Onore alla statua della Madonna “Maria SS. Annunziata”  durante le tradizionali celebrazioni che si sono tenute ieri  presso la Chiesa Parrocchiale di Piccianello in Matera, appuntamento di fede e tradizione che si rinnova di anno in anno.
Ubicata nel popoloso quartiere di Piccianello fu costruita nel 1957 demolendo la precedente del 1884 di cui non si hanno notizie storiche, mentre nel 1959 fu eretta canonicamente la Parrocchia e consacrata la chiesa parrocchiale. 
La celebrazione dell’Eucarestia è stata presieduta oltre che dal parroco, da Don Angelo GIOIA, amministratore della Diocesi di Matera-Irsina.
Al termine della funzione religiosa, la statua della Madonna è stata portata in processione, percorrendo le vie principali del centro, accompagnato da canti, preghiere e momenti di riflessione spirituale.
Il corteo religioso, presieduto dal parroco Don Giuseppe TARASCO e scortato dai Fratelli e dalle Sorelle Templari dell’Ordine, è stato affiancato da autorità civili, associazioni religiose locali e numerosi devoti. 
L’evento ha rappresentato un momento di intensa partecipazione della comunità tutta, espressione della fede e delle tradizioni che uniscono la nostra gente.
Al termine della processione, nel piazzale della Chiesa Parrocchiale è stata impartita la benedizione solenne alla cittadinanza e alle famiglie presenti, a cui sono seguiti i tradizionali fuochi pirotecnici.
Si rinnova un sentito e profondo ringraziamento a Don Giuseppe TARASCO, guida spirituale della comunità e dell’Ordine “Supremus Civilis Et Militaris Ordo Templi Hierosolymitani - Scmoth 1804 Osmtj”, nonché Cappellano Regionale della Polizia di Stato, grazie al suo sostegno è stato possibile vivere un momento di autentica fede, preghiera e comunione fraterna, la sua disponibilità e sensibilità pastorale, la dedizione instancabile e la vicinanza spirituale, sono stati fondamentali per la buona riuscita dell’evento ed hanno contribuito a rendere questo momento un’occasione di autentica comunione e devozione, mantenendo viva una tradizione di fede che unisce e rafforza la comunità.