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Misticismo Templare
di Roberto Amato Johannes
Nel silenzio dell’alba, quando il vento accarezza la pietra antica del Tempio interiore, io, Roberto Amato Johannes, medito sul mistero che guida il cammino del Cavaliere. Non sono le glorie del mondo a definirci, ma il fuoco segreto che arde nell’anima, un fuoco custodito nel cuore stesso della Regola — quella stilata a Troyes nel 1129, sotto la guida dell’abate Bernardo di Chiaravalle.
Quella Regola, ispirata alle Sacre Scritture, ci ammonisce sin dal primo capitolo:
“Voi che avete rinunciato alle ricchezze, avete scelto la via del combattimento spirituale, come veri monaci e veri cavalieri”.
In essa trovo non soltanto un codice di disciplina, ma un linguaggio sacro. Ogni norma, ogni precetto, è simbolo di un’ascensione dell’anima. La Regola è una scala spirituale, simile a quella vista da Giacobbe (Genesi 28:12), su cui salgono e scendono gli angeli: è tramite tra cielo e terra.
Il misticismo templare non nasce dal clamore della spada, ma dal silenzio dell’orazione, dal digiuno che purifica, dalla fraternità che plasma l’anima come il fuoco il metallo. È nella lectio divina che il Cavaliere riceve le armi invisibili: lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito (Efesini 6:11–17).
All’origine del nostro Ordine, nel tempo sacro della fondazione, non c’era solo la protezione dei pellegrini. Vi era un’altra missione, non scritta, ma scolpita nel cuore di chi ha occhi per vedere: la custodia del Mistero. Un Mistero incarnato nella figura del Cristo, il Rex Gloriae, ma anche della Sophia — la Sapienza divina che aleggia come colomba sopra le acque dell’inizio (Sapienza 7:25).
Nel segreto delle antiche preghiere templari, si cela il dialogo col Divino. Così prega il Cavaliere prima del combattimento spirituale:
“Signore, Tu che sei la Luce delle luci, guida il mio braccio alla verità, ma prima ancora il mio cuore alla compassione”.
La Croce patente non è solo emblema militare, ma sigillo dell’equilibrio tra forza e misericordia, tra giustizia e amore. In essa si incrociano il maschile e il femminile, il visibile e l’invisibile. È anche per questo che la nostra via è androgina nello spirito, come l’antica Shekinah, presenza divina che un tempo abitava il Tempio di Gerusalemme.
Le “sorores”, figure spesso dimenticate nella storia esterna, ma vive nell’anima dell’Ordine, ci ricordano che senza il principio femminile il Tempio crolla. La Magdalena, la compagna spirituale del Maestro, è per noi esempio di discernimento, di trasmutazione interiore, di luce nascosta nella notte.
Come dice il Vangelo secondo Tommaso (loghion 22):
“Quando farete il due uno… e farete l’uomo con la donna, così che il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina… allora entrerete nel Regno”.
Questo è il cuore del misticismo templare: unificazione degli opposti, elevazione dell’essere, discesa della grazia. Noi non cerchiamo la fine del mondo, ma il suo riscatto, non la distruzione della materia, ma la sua trasfigurazione.
Per questo, nel silenzio del Tempio — che è mente, spirito e corpo — io ascolto, e mi inchino. Non al passato glorioso, ma alla luce eterna che, ieri come oggi, continua a chiamare i veri Figli della Luce.
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📜 Fonti integrate:
• Statuto di Troyes (1129): specialmente i primi articoli sulla disciplina cavalleresca, l’obbedienza, la preghiera quotidiana e la comunione fraterna.
• Bibbia: Genesi 28:12, Efesini 6:11–17, Sapienza 7:25.
• Vangeli Apocrifi: Vangelo di Tommaso (loghion 22).
• Spiritualità templare moderna: valorizzazione del principio femminile, equilibrio interiore, simbolismo interiore.