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martedì 15 novembre 2011

Napoli scopre il mito dei Templari

Napoli non finisce di stupire. Nel sottosuolo il mito si rinnova. L'ultima scoperta degli archeologi e speleologi -come ha rivelato in un suo servizio esclusivo il quotidiano Il Mattino- riguarda l'Ordine dei Templari. Dodici croci incise sui muri di un antico acquedotto, a 35 metri di profondità dal manto stradale. Lì sotto c'è la città greca e poi romana, seguita dai segni della Cristianità. In questo caso, un percorso stretto e tortuoso, che va dalla chiesa di Pietrasanta al palazzo del principe di Sansevero. Tra pochi mesi sarà tutto visitabile, grazie alla "Macchina del tempo", l'associazione speleologica che sta mettendo a nudo i segreti della basilica.


Per ora, sulla presenza dei Templari in quel punto, si fanno solo congetture. Una di queste è la seguente: la chiesa di Pietrasanta (che in origine fu dedicata alla Vergine col nome di Santa Maria Maggiore) fu edificata sull'impianto romano del tempio di Diana, che a sua volta sorse sul tempio greco di Iside, dea raffigurata con la pelle nera. La "Madonna nera", venerata dai Templari, sarebbe stata la trasposizione cristiana del culto di Iside. Questo spiegherebbe la concentrazione di tanta storia dell'antichità nel sottosuolo della basilica.



Le sedimentazioni del tempo vengono ora alla luce, percorrendo cavità e stretti cunicoli. Partendo da Pietrasanta, nella conosciutissima via Tribunali, si scende tra cripte, strapiombi e antiche cisterne a 35 metri di profondità. Lungo le pareti dell'acquedotto le dodici croci templari, cosiddette "ricrociate" o "potenziate", ovvero una croce con altre croci incise alle estremità. Il percorso si snoda per decine di metri, fino ai sotterranei del palazzo del principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, noto alchimista del '700. Poi, il cunicolo si fa dritto e punta di nuovo verso la chiesa, fermandosi sotto il Cemeterium, dove si preparavano i corpi prima della sepoltura.

Qui il mistero si infittisce e si arricchisce di ulteriori congetture. Perché nella cripta di Pietrasanta, su un marmo tombale, è stata riportata alla luce un'iscrizione cinquecentesca, che fa riferimento ad uno studioso tedesco con la passione dell'alchimia, e sopra un teschio con le tibie incrociate. Il classico simbolo dei pirati, ma anche un'icona riconosciuta dei Templari. Tutto insieme, tra la magica Pietrasanta, i segreti di Sansevero, la presenza dei Templari e un percorso sotterraneo, che lega miti e leggende della città.